Il governo con un provvedimento lampo ha emanato, il 16 febbraio, il decreto legge n.11, pubblicato in G.U n.40 nello stesso giorno ed in vigore da quello successivo.
Un atteggiamento che non si vedeva dai tempi di piena pandemia, che lascia sconcertati contribuenti ed imprese.
L’art.1 del decreto 11, modifica ancora una volta l’art. 121 del D.L 19 maggio 2020 n.34 convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020 n.77.
Il testo interviene, per modificare la disciplina della cessione dei crediti d’imposta relativi a spese per gli interventi in materia di recupero di patrimonio edilizio, efficienza energetica e superbonus 110%, misure antisismiche, facciate, impianti fotovoltaici, colonnine di ricarica e barriere architettoniche.
Il nuovo decreto entrato in vigore , prevede sostanzialmente:
- Stop immediato alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura. Resta possibile la sola detrazione in 5 rate annuali.
- Divieto a tutte le pubbliche amministrazioni di acquisire crediti d’imposta scaturiti dalle opzioni di cessione.
Quindi dal 17 febbraio non sarà più possibile effettuare la cessione del credito o lo sconto in fattura.
- Sono abrogate anche le norme che prevedono la cessione dei crediti relative alle spese per incentivi di riqualificazione energetica e interventi di prestazione energetica per le parti comuni degli edifici condominiali, le spese per interventi di riduzione del rischio sismico realizzati sulle parti comuni degli stessi.
Sono fatti salvi quei lavori già iniziati alla data di pubblicazione del decreto che avranno ancora la possibilità di liquidare i bonus a condizione che:
- Per gli interventi risulti presentata la CILA.
Il blocco della cessione e/o sconto in fattura per adesso non si applica agli interventi diversi del superbonus. Tuttavia vista la celerità del decreto legge in questione non è da escludere ulteriori interventi mirati alla restrizione o eliminazione definitiva della cessione dei crediti d’imposta o sconto in fattura anche per le altre tipologie di lavori edili.